Fotovoltaico: cos'è e come funziona lo scambio sul posto
Anche dopo la fine degli incentivi del conto energia installare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa resta molto conveniente, grazie al calo dei prezzi degli impianti, della detrazione fiscale del 50% e del meccanismo dello scambio sul posto. Riguardo al meccanismio dello scambio sul posto molte persone hanno ancora poco chiaro di cosa si tratta e come funziona: cerchiamo di fare chiarezza proprio su questo punto, determinante per poter sfruttare al massimo la produzione dell’impianto che decidiamo di installare. Si tratta della possibilità di cedere l’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico alla rete quando non la si consuma, per poi riprendersela quando serve ma non c’è produzione (es. di notte), usando di fatto la rete elettrica come batteria virtuale dove depositare la propria energia finché non serve per poi riprendersela per fare la lavatrice, alimentare un condizionatore o accendere una lampadina. Il meccanismo dello scambio sul posto consiste nella possibilità di compensare il valore economico dell’energia acquistata, nei limiti del valore economico di tutta l’energia prodotte e immessa in rete, tramite un rimborso che permette di farsi ripagare parte della spesa della bolletta elettrica per i prelievi effettuati dalla rete.
Si tratta di fatto di una compensazione economica tra immissioni e prelievi di energia “da” e “nella” rete elettrica.Il meccanismo dello scambio sul posto fotovoltaico è quindi una specie di rimborso che il Gse dà al titolare dell’impianto fotovoltaico che decide di immettere in rete l’energia non immediatamente autoconsumata. Questo rimborso viene chiamato contributo in conto scambio (Cs) e viene emesso tramite quattro acconti trimestrali e conguaglio annuale sulla base dei dati realmente rilevati di immissione e prelievo di energia. Il contributo in conto scambio (Cs) di fatto costituisce, nel caso di immissioni in rete superiori ai prelievi, una sorta di rimborso per tutta l’energia prelevata e pagata in bolletta nell’anno solare di riferimento. Il rimborso ammonta a circa il 70-80% del costo di acquisto, in quanto non tutte le voci contemplate nella bolletta elettrica vengono prese in considerazione (ad esempio le tasse ed alcune voci minori). Se poi in fondo all’anno ci dovessero essere delle eccedenze immesse in rete rispetto ai prelievi lo scambio sul posto prevede la scelta a cura dell’utente tra due possibili opzioni di trattamento delle eccedenza: o la liquidazione monetaria oppure la messa a credito del suo valore per i conteggi dell’anno successivo. Quindi se a fine anno, a seguito del conteggio complessivo tra energia immessa e prelevata, risultano immissioni maggiori rispetto ai prelievi, l’energia immessa in più rispetto a quella “compensata” viene valorizzata (ovvero: le viene dato un valore economico in euro). Questo valore, che è di fatto il prezzo di mercato medio dell’energia rilevato nell’anno di riferimento, può essere monetizzato e liquidato da parte del Gse, oppure può essere messo a credito nel contributo in conto scambio dell’anno successivo.
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